lunedì 2 gennaio 2012

Benedetto XVI e il mistero della verginità di Maria


Nell’Angelus del 18 dicembre 2011, il S. Padre si è soffermato sulla verità della verginità di Maria, segno della divinità del Verbo che in Lei si incarna. Benedetto XVI ha principiato la sua riflessione dalla stupenda icona dell’Annunciazione, quando Maria accoglie la Parola e risponde con il suo generoso Sì. Questo Fiat paradigmatico di Maria, che dà inizio alla storia della salvezza, sarà al centro anche dell’Angelus del 1° gennaio, che dava inizio alla catechesi petrina per il nuovo anno.

Diceva il S. Padre nella IV domenica di Avvento:

«Contemplando l’icona stupenda della Vergine Santa, nel momento in cui riceve il messaggio divino e dà la sua risposta, veniamo interiormente illuminati dalla luce di verità che promana, sempre nuova, da quel mistero».

Il S. Padre così conferma il valore mariologico della profezia messianica di Isaia 7,14: la donna profetizzata non può che essere Maria SS. Non la moglie di Acaz (dove l’Emmanuele sarebbe Ezechia, figlio di Acaz) o un’altra donna contemporanea al profeta. È necessario muovere dal contesto storico immediato al futuro messianico dell’unico “Dio-con-noi”, Gesù Figlio di Dio e di Maria; solo così si rispetta il valore profetico del testo:

«Sullo sfondo dell’avvenimento di Nazaret c’è la profezia di Isaia. “Ecco: la vergine concepirà e partorirà un figlio, che chiamerà Emmanuele” (Is 7,14). Questa antica promessa ha trovato compimento sovrabbondante nell’Incarnazione del Figlio di Dio. Infatti, non solo la Vergine Maria ha concepito, ma lo ha fatto per opera dello Spirito Santo, cioè di Dio stesso. L’essere umano che comincia a vivere nel suo grembo prende la carne da Maria, ma la sua esistenza deriva totalmente da Dio. È pienamente uomo, fatto di terra – per usare il simbolo biblico – ma viene dall’alto, dal Cielo».

Di qui la riflessione magisteriale sulla necessità di accogliere il mistero della verginità di Maria, perché da esso dipende la retta fede in Gesù vero Dio e Salvatore. La verginità di Maria e la divinità di Cristo, dice il S. Padre, si richiamano e si illuminano a vicenda: se Maria è vergine quel Figlio è Dio; se quell’uomo Gesù è vero Dio disceso dal cielo Maria è madre e vergine. Se una vergine poteva essere madre questa vergine non poteva che essere la Madre di Dio, e se una donna poteva essere la Madre di Dio, questa madre non poteva che essere sempre vergine, direbbe S. Bernardo. Pertanto, chi nega la verginità di Maria, di conseguenza nega la divinità di Cristo e viceversa. Non è un caso che tutte quelle cristologie dal basso, pullulate nello sfrenato post-concilio, abbiano messo in seria discussione la verginità fisica di Maria. Si pensi a K. Rahner, che pur di dialogare con Mitterer, mise in discussione la verginità di Maria nel parto. Maria in realtà è segno di Cristo: lo annuncia nella sua verità integrale, come integralmente è da conservarsi la verità della sempreverginità di Maria. Negare un aspetto del dogma mariano implica la negazione del dogma cristologico. Diceva il Pontefice:

«Il fatto che Maria concepisca rimanendo vergine è dunque essenziale per la conoscenza di Gesù e per la nostra fede, perché testimonia che l’iniziativa è stata di Dio e soprattutto rivela chi è il concepito. Come dice il Vangelo: “Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio” (Lc 1,35). In questo senso, la verginità di Maria e la divinità di Gesù si garantiscono reciprocamente».

Sembra, inoltre, che il Pontefice voglia dirimere la questione del voto/promessa di verginità di Maria. Molti esegeti sono concordi nel vedere nella domanda di Maria all’angelo: «Come avverrà questo…non conosco uomo», un chiaro riferimento alla promessa che la Madonna aveva già fatto in cuor suo di essere consacrata totalmente e verginalmente al Signore. Non mancano però anche altri esegeti che negano questa promessa di Maria, e quindi questa consapevolezza di dar inizio in modo stupendo al grande segno per la Chiesa di una consacrazione verginale, rispecchiata ed incarnata nella vita religiosa. Ma il S. Padre vi fa riferimento, e coglie il valore profetico-verginale della domanda di Maria, quando dice:

«Ecco perché è così importante quell’unica domanda che Maria, “molto turbata”, rivolge all’Angelo: “Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?” (Lc 1,34). Nella sua semplicità, Maria è sapientissima: non dubita del potere di Dio, ma vuole capire meglio la sua volontà, per conformarsi completamente a questa volontà. Maria è infinitamente superata dal Mistero, eppure occupa perfettamente il posto che, al centro di esso, le è stato assegnato. Il suo cuore e la sua mente sono pienamente umili, e, proprio per la sua singolare umiltà, Dio aspetta il “sì” di questa fanciulla per realizzare il suo disegno. Rispetta la sua dignità e la sua libertà. Il “sì” di Maria implica l’insieme di maternità e verginità, e desidera che tutto in Lei vada a gloria di Dio, e il Figlio che nascerà da Lei possa essere tutto dono di grazia».

E così concludeva, richiamando l’inestimabile valore della verginità-castità anche per i discepoli di Cristo, invitati dal Maestro a mettere al primo posto il Regno di Dio e la sua giustizia, ovvero la sua santità:

«Cari amici, la verginità di Maria è unica e irripetibile; ma il suo significato spirituale riguarda ogni cristiano. Esso, in sostanza, è legato alla fede: infatti, chi confida profondamente nell’amore di Dio, accoglie in sé Gesù, la sua vita divina, per l’azione dello Spirito Santo».

Infine, la grandezza di Maria, Madre di Dio e icona della presenza amorosa di Dio in mezzo al suo popolo, è stata al centro del primo Angelus del S. Padre, all’inizio del nuovo anno 2012:

«Il volto di Dio noi lo possiamo contemplare, si è fatto visibile, si è rivelato in Gesù: Egli è l’immagine visibile del Dio invisibile. E questo grazie anche alla Vergine Maria, della quale oggi celebriamo il titolo più grande, quello con cui partecipa in modo unico alla storia della salvezza: essere Madre di Dio. Nel suo grembo il Figlio dell’Altissimo ha assunto la nostra carne, e noi possiamo contemplare la sua gloria (cfr Gv 1,14), sentire la sua presenza di Dio-con-noi. Iniziamo così il nuovo anno 2012 fissando lo sguardo sul Volto di Dio che si rivela nel Bambino di Betlemme, e sulla sua Madre Maria, che ha accolto con umile abbandono il disegno divino. Grazie al suo generoso “sì” è apparsa nel mondo la luce vera che illumina ogni uomo (cfr Gv 1,9) e ci è stata riaperta la via della pace».

Il di Maria è il vero inizio del tempo e della ricreazione: la Luce che è Cristo suo Figlio ha iniziato ad irradiare ogni uomo di buona volontà e a fugare le tenebre dell’ignoranza e del male. Dove c’è la Madonna lì vi è la luce del Verbo, il quale ci rende figli di Dio.


p. Serafino M. Lanzetta, FI

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